Parte invisibile dell’opera è il processo di creazione dei fogli, realizzati secondo il metodo della carta riciclata, usando i vecchi Bilanci di Missione e copia delle relazioni dei progetti supportati, macerati e ricompattati in fogli nuovi, dove i colori e le parole contenute si fondono in un nuovo materiale. Ogni foglio di carta ha acquistato così un nuovo spessore e peso, dato anche dalle parole scritte sopra. 

Le parole scelte sono state estrapolate dai pensieri e dalle testimonianze dei partecipanti alle iniziative della Fondazione, selezionando quelle più ricorrenti.

Le ventuno parole rappresentate nell’opera sono: fare; cuore; mani; energia; abbracci; persone; bene-gioia-amore; famiglia; vita-vissuto-vivere; esperienza; amico; giorni; sorriso; emozioni; punto; perché; molti; casa; regalare; sguardi; fantastico.

Barbara Uccelli

Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, Barbara Uccelli inizia un percorso di formazione artistica specializzandosi nella regia teatrale e nella coreografia. Approda al mondo dell’arte dopo studi personali orientati alla contaminazione tra diverse forme di espressività. Inizia così una ricerca centrata non più sul mezzo espressivo ma sul risultato, i cui principali elementi di analisi sono la materia, il concetto e lo spazio. Tematiche quali il femmineo, la sostenibilità ambientale e sociale, lo studio dei luoghi e il recupero delle tradizioni diventano strumenti di ispirazione dai quali hanno origine tutti i suoi lavori. L‘indagine documentale, sviluppata attraverso la lettura di libri e l’ascolto di racconti orali, nel suo evolversi genera la creazione di un’opera d’arte statica (fotografia o scultura) o dinamica (performance, video, installazione) e prosegue continuando ad esplorare nuovi approcci artistici. Ha realizzato mostre personali e collettive in spazi privati e pubblici, in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Milano.